Nota: Prima di usare questo prodotto e le relative informazioni, leggere le informazioni contenute nella sezione Informazioni particolari.
Questa edizione del manuale fa riferimento a IBM 32-bit Runtime Environment per Linux su architettura Intel, Java 2 Technology Edition, Versione 1.4.1, e a tutti i successivi rilasci, versioni e modifiche se non diversamente specificato nelle nuove edizioni.
(c) Copyright Sun Microsystems, Inc. 1997, 2002, 901 San Antonio Rd., Palo Alto, CA 94303 USA. Tutti i diritti riservati.
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Limitazioni per gli utenti degli Stati Uniti d'America. L'uso, la duplicazione o la divulgazione sono limitati dal GSA ADP Schedule Contract con l'IBM Corporation.
IBM(R) 32-bit Runtime Environment per Linux su architettura Intel, Java(TM) 2 Technology Edition, Versione 1.4.1 contiene Java Virtual Machine (JVM), le classi Sun Microsystems Java e i file di supporto. Runtime Environment non contiene tutte le classi disponibili nel pacchetto SDK.
La Guida per l'utente fornisce informazioni generiche su Runtime Environment e informazioni specifiche sulle differenze dell'implementazione IBM rispetto a quella Sun. Consultare questa Guida utente e l'altra documentazione dal sito Web di Sun: http://java.sun.com.
Per un elenco delle distribuzioni su cui è stato testato SDK per Linux, consultare http://www-106.ibm.com/developerworks/java/jdk/linux/tested.html
Si noti che Runtime Environment per Linux è una serie secondaria di SDK e abilita solo all'esecuzione di applicazioni Java. Se è installato SDK, è incluso Runtime Environment.
I termini "Runtime Environment" e "Java Virtual Machine" sono utilizzati scambievolmente in questa Guida per l'utente.
Le modifiche tecniche per questa Guida per l'utente 1.4.1 diverse da quelle ovvie o di minor importanza, come l'aggiornamento da "1.4.0" a "1.4.1", sono indicate in rosso durante la visualizzazione nella copia HTML o nella stampa a colori e da barre verticali nella parte sinistra delle modifiche.
Configurazione di Runtime Environment per Linux
Disinstallazione di Runtime Environment per Linux
Ricerca del numero di build IBM e del numero della versione
Passaggio del metodo di immissione nelle lingue DBCS
Installazione dell'applicazione in un sistema utente
Runtime Environment per Linux contiene l'insieme secondario di classi richieste per creare un ambiente Java runtime e per eseguire programmi Java. Inoltre, contiene Java Virtual Machine, le classi Java principali e i file di supporto. Runtime Environment per Linux contiene solo un insieme secondario delle classi disponibili in SDK.
|In generale, qualsiasi applet o applicazione eseguibile nelle |versioni 1.1.8, 1.2.2 o 1.3.1 di SDK |per Linux dovrebbe essere eseguita correttamente in questa versione. Le |applet che dipendono dalle API 1.4.1. Java Sun funzionano |solo sui browser che supportano le API Java 1.4.1.
E' possibile che le classi compilate 1.4.1 non funzionino su rilasci di Runtime Environment precedenti a 1.4.0.
Runtime Environment per Linux include file .so di cui non è possibile eseguire il debug e file di classe necessari per il supporto di un programma al momento dell'esecuzione. Runtime Environment per Linux non include strumenti di sviluppo, come, ad esempio, appletviewer oppure javac, oppure classi specifiche di un sistema di sviluppo.
Inoltre, i pacchetti API Java Communications vengono forniti per essere utilizzati con Runtime Environment per Linux.
Il file LICENSE_xx.html contiene l'accordo di licenza per il software Runtime Environment per Linux. (xx è l'abbreviazione per la lingua.)
Per visualizzare o stampare l'accordo di licenza, aprire il file in un browser Web.
Il compilatore JIT (Just-in-time) (libjitc.so) genera dinamicamente il codice macchina per le sequenze di codici di tipo bytecode di uso frequente in applicazioni Java e nelle applet mentre sono in esecuzione.
Runtime Environment per Linux include il compilatore JIT (libjitc.so), che è abilitato come valore predefinito. Per individuare un problema relativo ad un'applicazione Java, ad un'applet o al compilatore stesso, è possibile disabilitare JIT.
Per disabilitare JIT, immettere quanto segue da una richiesta comandi nella finestra in cui eseguire l'applicazione:
export JAVA_COMPILER=NONE
Per abilitare JIT, immettere quanto segue da una richiesta comandi :
export JAVA_COMPILER=jitc
Per verificare se JIT è abilitato, immettere quanto segue da una richiesta comandi :
java -versione
Se JIT è in uso, viene visualizzato un messaggio che comprende:
(JIT abilitato: jitc)
Se JIT non è in uso, viene visualizzato un messaggio che comprende:
(JIT disabilitato)
IBM non supporta Native Method Interface in questo rilascio. Non utilizzare tale interfaccia nelle proprie applicazioni.
Java Native Interface (JNI) è compreso nel Runtime Environment. Per informazioni sull'utilizzo di JNI, consultare il sito Web della Sun: http://java.sun.com.
Una volta installato Runtime Environment per Linux, modificare lo script di login di shell ed aggiungere la seguente directory all'istruzione PATH:
/opt/IBMJava2-141/jre/bin
Se è installato Runtime Environment per Linux in una directory diversa da /opt/IBMJava2-141/, sostituire /opt/IBMJava2-141/ con la directory in cui è installato Runtime Environment per Linux.
Il processo da utilizzare per rimuovere Runtime Environment per Linux è
diverso se è stato installato il pacchetto RPM (Red Hat Package Manager)
installabile oppure il pacchetto TAR (Tape Archive) compresso.
Consultare Disinstallazione del pacchetto RMP (Red Hat
Package Manager) installabile o Disinstallazione del
pacchetto TAR (Tape Archive) compresso per le istruzioni.
Per disinstallare Runtime Environment per Linux con installato il pacchetto RMP installabile:
rpm -e IBMJava2-JRE-1.4.1
In alternativa, è possibile utilizzare uno strumento grafico, come ad
esempio kpackage oppure yast2
Per disinstallare Runtime Environment per Linux con il pacchetto TAR compresso installato:
Lo strumento java avvia un'applicazione Java.
JVM ricerca la classe di startup e le altre classi utilizzate, in tre serie di ubicazioni: il percorso classe di bootstrap, le estensioni installate e il percorso di classe utente. Gli argomenti dopo il nome classe o il nome file JAR vengono passati alla funzione principale.
Il comando javaw è identico a java, tranne javaw che non ha alcuna finestra di console associata. Usare javaw quando non si desidera che venga visualizzata una finestra di richiesta comandi. Il programma di avvio javaw visualizza una casella di dialogo con le informazioni sugli errori nel caso in cui l'avvio abbia esito negativo.
I comandi java e javaw hanno la seguente sintassi:
java [ opzioni ] classe [ argomenti ... ] java [ opzioni ] -jar file.jar [ argomenti ... ] javaw [ opzioni ] classe [ argomenti ... ] javaw [ opzioni ] -jar file.jar [ argomenti ... ]
Le voci tra parentesi sono facoltative.
Se si specifica l'opzione -jar, il file JAR denominato contiene i file di risorsa e classe per l'applicazione, insieme alla classe di startup specificata nell'intestazione manifest Main-Class.
Il programma di avvio ha una serie di opzioni standard supportate nell'ambiente di runtime corrente e che saranno supportate dai release successivi. Vi sono inoltre, una serie di opzioni non standard.
-D<nome_proprietà>=<valore>
-assert
-cp o -classpath <directory o file jar o zip separati da :>
-help o -?
-showversion
-verbose[:class | gc | jni]
-version
-X
Le opzioni -X elencate di seguito sono una serie secondaria delle opzioni disponibili. Sono non standard e sono soggette a modifica senza preavviso.
-Xargencoding
-Xbootclasspath:<directory e file jar o zip separati da ;>
-Xbootclasspath/a:<directory e file jar o zip separati da ;>
|-Xbootclasspath/p:<directory e file jar o
|zip separati da ;>
|
-Xcheck:jni
-Xcheck:nabounds
-Xdebug
|-Xdisableexplicitgc
|
-Xdisablejavadump
|-Xgcpolicy:{optthruput | optavgpause}
|
-Xms<dimensione>
-Xmx<dimensione>
-Xnoclassgc
-Xoss<dimensione>
-Xquickstart
-Xrs
-Xrunnome_libreria[:opzioni]
-Xss<dimensione>
|-Xverbosegclog:<percorso del
|file><filename>[X, Y]
|
|
-Xverify
Il comando java e gli altri comandi di avvio java (come ad esempio javaw) consentono di specificare un nome classe come un qualsiasi carattere Unicode che si trovi nella serie di caratteri della locale corrente.
E' possibile specificare un qualsiasi carattere Unicode nel nome classe e gli argomenti utilizzando le sequenze di escape java. Per eseguire tale operazione, occorre specificare -Xargencoding. Per specificare un carattere Unicode, utilizzare sequenze di escape nel formato \u####, dove # è una cifra esadecimale (da 0 a 9, dalla A alla F).
Per specificare che il nome classe e gli argomenti comando sono nella codifica UTF8 o ISO8859_1, utilizzare -Xargencoding:utf8 e -Xargencoding:latin.
In Runtime Environment, se si sta utilizzando una locale non Inglese, i comandi java e javaw emettono messaggi tradotti. Tali messaggi sono diversi da quelli nella versione 1.3.1 e differiscono anche in base alla locale in cui Java è in esecuzione. Le descrizioni dettagliate dell'errore ed altre informazioni di debug restituite da java sono in lingua inglese. Le informazioni di debug restituite durante l'inizializzazione sono visualizzate tra parentesi.
In Runtime Environment, è possibile specificare un nome classe come nome
file completo includendo un percorso completo e l'estensione
.class. Nelle versioni precedenti di SDK, era possibile
specificare solo la classe relativa in CLASSPATH e non era
possibile utilizzare l'estensione .class. L'utilizzo
del nome file completo consente di avviare un'applicazione java dal
desktop o dal programma di avvio file. Se si specifica un file
.class con percorso e estensione, il percorso specificato viene
inserito in CLASSPATH. Ad esempio, il comando java
c:\myapp\thisapp.class corrisponde a java -classpath
c:\myapp thisapp. |Quando viene generato un segnale che possa essere di interesse per JVM,
|viene richiamato un programma di gestione segnali. Questo, determina se
|è stato invocato per un thread Java oppure per un non-Java. Se il
|segnale è per un thread Java, JVM prende il controllo della gestione del
|segnale. Se il segnale è per un thread non-Java, e l'applicazione
|che installava JVM aveva precedentemente installato il suo proprio gestore
|segnale, il controllo viene dato a quel gestore. Altrimenti, il segnale
|viene ignorato (indipendentemente dal fatto che non sia l'azione
|predefinita del segnale).
|Per le eccezioni ed i segnali di errore, JVM:
|
|Per segnali di interruzione, JVM immette inoltre una sequenza di chiusura
|controllata, ma questa volta viene trattata come una normale chiusura
|che:
| |La chiusura è identica a quella iniziata da una chiamata al metodo Java
|System.exit().
|Altri segnali usati da JVM servono per controlli interni e non causano la
|chiusura. L'unico segnale di controllo di interesse è SIGQUIT, che
|genera un core dump Java.
|Tabella 1 di seguito vengono illustrati i segnali usati da JVM.
|I segnali sono stati raggruppati in una tabella per tipo o uso, nel seguente
|modo:
| |Tabella 1. Segnali usati da JVM |Usare l'opzione -Xrs (riduce uso segnale) per evitare che
|JVM usi la maggior parte dei segnali. Per ulteriori informazioni,
|consultare la pagina di avvio dell'applicazione Java della Sun
|all'indirizzo http://java.sun.com/j2se/1.4.1/docs/tooldocs/windows/java.html.
|I segnali 1 (SIGHUP), 2 (SIGINT), 4
|(SIGILL), 6 (SIGABRT), 7 (SIGEMT), 8
|(SIGFPE), 10 (SIGBUS), 11 (SIGSEGV), 12
|(SIGSYS), 15 (SIGTERM), and 24 (SIGXCPU) causano
|la chiusura di JVM, pertanto l'applicazione del gestore segnali non
|dovrebbe provare a recuperarli, a meno che non vengano più richiesti da
|JVM.
|IBM 32-bit Runtime Environment per Linux su architettura Intel, Java 2
|Technology Edition, Versione 1.4.1 JVM contiene una funzione di
|segnale a catena. Questa consente a JVM di operare in modo più
|efficiente con il code nativo che installa i propri gestori di segnale.
|Il segnale a catena consente ad un'applicazione di collegarsi e di
|caricare la libreria libjsig.so prima di
|libc/libthread/libpthread. La libreria jsig.dll assicura che
|vengano intercettate le chiamate quali signal(),
|sigset() e sigaction() così che i loro gestori non
|sostituiscano i gestori di segnale JVM. Al contrario, tali chiamate
|salvano i nuovi gestori di segnale o li concatenano ai gestori installati
|dalla JVM. Successivamente, quando uno di tali segnali viene attivato e
|viene rilevato come non destinato alla JVM, vengono richiamati i gestori
|preinstallati.
|Per utilizzare libjsig.so:
| |oppure
|Se si installano gestori di segnale che utilizzano sigaction() ,
|alcuni indicatori sa_flags non vengono rispettati quando la JVM
|utilizza il segnale. Tali indicatori sono:
| |La libreria libjsig.so nasconde i gestori di segnale della JVM
|dall'applicazione. Per questo motivo, chiamate come
|signal(), sigset() e sigaction() eseguite
|dopo l'avvio della JVM non restituiscono un riferimento al gestore di
|segnale della JVM ma restituiscono i gestori installati prima dell'avvio
|della JVM.|Modalità di elaborazione di JVM dei segnali
|
|Segnali usati da JVM
|
Nome segnale
Tipo segnale
Descrizione
Disabilitato da -Xrs
SIGSEGV
Eccezione
Accesso alla memoria non corretto (scrittura su memoria non accessibile)
No
SIGILL
Eccezione
Istruzione non valida (tentativo di richiamare istruzione macchina
sconosciuta)
No
SIGFPE
Eccezione
Eccezione virgola mobile (dividere per zero)
No
SIGBUS
Eccezione
Errore Bus (tentativo di indirizzare ubicazione memoria non esistente)
Sì
SIGSYS
Eccezione
Emessa chiamata di sistema difettosa
Sì
SIGXCPU
Eccezione
Superato tempo limite CPU (in esecuzione da troppo tempo)
Sì
SIGXFSZ
Eccezione
Superato limite dimensione file
Sì
SIGABRT
Errore
Fine anomala. JVM emette questo segnale quando rileva un problema
JVM.
Sì
SIGINT
Interrotto
Attenzione interattiva (CTRL-C). JVM esce normalmente.
Sì
SIGTERM
Interruzione
Richiesta termine. JVM uscirà normalmente.
Sì
SIGHUP
Interruzione
Disconnessione. JVM esce normalmente.
Sì
SIGUSR1
Controllo
Definito dall'utente. Usato da alcuni JVM per controllo
interno.
No
SIGUSR2
Controllo
Definito dall'utente. Usato da alcuni JVM per controllo
interno.
No
SIGQUIT
Controllo
Segnale di uscita per un terminale. Usato da JVM per effettuare il
dump del core Java.
Sì
SIGTRAP
Controllo
Interno usato da dbx o ptrace. Usato da alcuni JVM per controllo
interno.
Sì
SIGPIPE
Controllo
Scrittura su pipe non letta. Ignorato da JVM.
No
|Collegamento di un driver di codice nativo alla libreria di segnale a catena
|gcc -L <directory di libjvm.so> -ljsig -ljvm java_application.c
|export LD_PRELOAD=<libjsig.so dir>/libjsig.so; java_application (ksh)
|
|setenv LD_PRELOAD <libjsig.so dir>/libjsig.so; java_application (csh)
|
E' possibile impostare le proprietà di sistema ibm.jvm.bootclasspath usando l'opzione -D descritta in Avvio di un'applicazione Java. Il valore di tale proprietà viene utilizzato come percorso di ricerca aggiuntivo, inserito tra un qualsiasi valore definito con -Xbootclasspath/p: e il percorso di classe (classpath) di bootstrap. Il percorso di classe bootstrap è quello predefinito oppure quello definito utilizzando l'opzione -Xbootclasspath:.
L'opzione di runtime JVM -Xgcpolicy specifica la politica di raccolta dati obsoleti.
-Xgcpolicy accetta due valori, optthruput (il valore predefinito) e optavgpause. Questa opzione controlla il comportamento del programma di raccolta dei dati obsoleti, bilanciando la velocità effettiva dell'applicazione e del sistema in generale e le pause determinate dalla raccolta dei dati obsoleti.
Il formato dell'opzione ed i suoi valori sono:
-Xgcpolicy:optthruput
e
-Xgcpolicy:optavgpause
Quando il tentativo di un'applicazione di creare un oggetto non può essere immediatamente soddisfatto a causa dello spazio disponibile nell'heap, il programma di raccolta dei dati obsoleti è responsabile dell'identificazione degli oggetti cui non si fa riferimento (obsoleti), della loro cancellazione e della reimpostazione dell'heap su uno stato in cui le immediate e successive richieste di allocazione possono essere soddisfatte rapidamente. Questi cicli di raccolta dei dati obsoleti causano delle pause occasionali ed impreviste nell'esecuzione del codice dell'applicazione. Quando la dimensione e la complessità delle applicazioni crescono, e gli heap diventano di conseguenza più grandi, questa pausa per la raccolta dei dati obsoleti tende a crescere. Il valore di raccolta dati obsoleti predefinito, optthruput, consente un elevata velocità di esecuzione delle applicazioni, tuttavia possono verificarsi delle pause occasionali, che possono variare da pochi millisecondi a molti secondi, in base alla dimensione della memoria riservata e alla quantità di dati obsoleti.
L'opzione optavgpause riduce notevolmente le pause nelle raccolte dei dati obsoleti e limita l'effetto dell'aumento della dimensione della memoria riservata nella lunghezza della pausa di raccolta dei dati obsoleti. Questa opzione è particolarmente importante nelle configurazioni con degli heap di notevoli dimensioni. Le pause vengono ridotte eseguendo alcune attività di raccolta dei dati obsoleti simultaneamente all'esecuzione del normale programma. Con la riduzione della pausa, potrebbe ridursi la velocità effettiva dell'applicazione, che varia secondo le applicazioni.
Quando un heap Java è quasi pieno ed i dati obsoleti da eliminare sono pochi, è possibile che le richieste per nuovi oggetti non possano essere soddisfatte rapidamente poiché non c'è spazio immediatamente disponibile. Se l'heap viene utilizzato quando è quasi pieno, è possibile che le prestazioni delle applicazioni subiscano una riduzione, indipendentemente da quale delle opzioni sopra indicate viene utilizzata: e, se si continua ad inoltrare richieste per ulteriore spazio dell'heap, l'applicazione riceve un'eccezione OutofMemory, che determina la chiusura del JVM se l'eccezione non viene rilevata e risolta. In queste situazioni, si consiglia di aumentare la dimensione dell'heap utilizzando l'opzione e -Xmx oppure di ridurre il numero di oggetti di applicazione in uso.
Per ulteriori informazioni sulla raccolta dei dati obsoleti, consultare:
http://www.ibm.com/developerworks/ibm/library/i-garbage1/
http://www.ibm.com/developerworks/ibm/library/i-garbage2/
http://www.ibm.com/developerworks/ibm/library/i-garbage3/
|Per informazioni sulla gestione delle perdite di memoria nelle |applicazioni Java, consultare: http://www.ibm.com/developerworks/library/j-leaks/index.html.
Per ottenere il numero di build e di versione, digitare quanto riportato di seguito in una richiesta comandi :
java -version
La documentazione relativa al plug-in Java è disponibile sul sito Sun all'indirizzo: http://java.sun.com/j2se/1.4.1/docs/guide/plugin/developer_guide/.
In questo release di SDK, il plug-in Java non supporta la stampa.
Il plug-in Java è un plug-in del browser Web. Se viene utilizzato il plug-in Java, è possibile ignorare il valore predefinito del browser di Java Virtual Machine ed utilizzare JRE (Java Runtime Environment) per l'esecuzione di applet o di bean nel browser.
Per installare e configurare il plug-in Java, procedere come segue:
|Per installare e configurare il plug-in Java per Netscape 6 o |Mozilla, creare un collegamento simbolico dal file della libreria |/opt/IBMJava2-141/jre/bin/libjavaplugin_oji.so alla directory dei |plug-in del proprio browser (/percorso di installazione del |browser/plugins).
Per rendere il plug-in Java disponibile a tutti gli utenti:
ln -s /opt/IBMJava2-141/jre/bin/libjavaplugin_oji.so \ /usr/local/mozilla/plugins/
Tabella 2. Browser supportati da Java Plug-in
Distribuzione | Versioni predefinite di Netscape | Versioni supportate di Netscape | Versioni predefinite di Mozilla | Versioni supportate di Mozilla |
---|---|---|---|---|
Red Hat 7.3 | 4.79 | 4.79 | 0.9.9 | 0.9.9 |
Red Hat Advanced Server | 4.78 | 4.78 | 0.9.9 | 0.9.9 |
SuSE 8.0 |
|
| 0.9.8 | 0.9.8 |
SuSE SLES 7 | 4.77 | 4.77 |
|
|
TurboLinux 7 Server |
|
| 0.94 | 0.94 |
Java Plug-in supporta i caratteri double-byte (ad esempio il cinese tradizionale BIG-5, coreano, giapponese) come parametri per le tag <APPLET>, <OBJECT> e <EMBED>. E' necessario selezionare la codifica caratteri corretta per il documento HTML in modo che il plug-in Java possa analizzare il parametro. Specificare la codifica dei caratteri per il documento HTML utilizzando la tag <META> nella sezione <HEAD>, come riportato di seguito:
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=big5">
Questo esempio indica al browser di utilizzare la codifica caratteri Cinese BIG-5 per l'analisi del file HTML. Tutti i parametri vengono passati al plug-in Java in modo corretto. Tuttavia, alcune versioni meno recenti dei browser potrebbero non interpretare la tag correttamente. In questo caso, è possibile forzare il browser in modo da ignorare questa tag, ma potrebbe essere necessario modificare manualmente la codifica.
E' possibile specificare quale codifica utilizzare per l'analisi del file HTML:
Java Web Start consente la distribuzione di applicazioni basate sulla tecnologia Java. Collega il computer e Internet e consente all'utente di avviare e gestire applicazioni direttamente dal Web. Java Web Start consente l'attivazione delle applicazioni con un solo clic ed assicura che l'utente stia eseguendo sempre la versione più aggiornata del programma, eliminando le procedure di installazione o di aggiornamento. Spesso, la distribuzione del software nel Web richiede che l'utente ricerchi il programma di installazione sul Web, lo scarichi e lo esegua. Dopo avere eseguito il programma di installazione, vengono richieste le directory e le opzioni di installazione, come ad esempio, completa, tipica e minima. Tale attività può richiedere tempo ed essere complicata ed inoltre, va ripetuta per ogni nuova versione del software.
Al contrario, le applicazioni distribuite sul Web, come il client email e il calendario HTML sono pronte per l'installazione e l'utilizzo. Il browser Web ha reso automatico tale processo. Non vi sono complicati passi di scaricamento, installazione e configurazione e si eseguirà sempre la versione più aggiornata. Java Web Start ha gli stessi vantaggi delle applicazioni complete.
Per informazioni relative ai browser che supportano Web Start, consultare la sezione Browser supportati.
Per ulteriori informazioni su Web Start, consultare: http://java.sun.com/products/javawebstart e se si desiderano ulteriori pubblicazioni, consultare: http://java.sun.com/j2se/1.4.1/docs/guide/jws/index.html.
Lo script di installazione di Web Start viene installato con JRE per Java 1.4.1.
Lo script è denominato jre/bin/webstart_install_sdk.sh. Per utilizzare Web Start, eseguire lo script. Impostare la directory di lavoro corrente sulla posizione in cui si desidera installare Web Start. La procedura di installazione crea una sottodirectory denominata javaws nella directory di lavoro corrente.
La procedura di installazione aggiorna anche i tipi mime utilizzati da Netscape e da altri browser.
E' possibile avviare Web Start in due modi:
Una qualsiasi di queste azioni fa in modo che Web Start avvii l'applicazione selezionata. Se è la prima volta che si utilizza l'applicazione, questa viene scaricata. Quando l'applicazione viene richiamata successivamente, viene eseguita una ricerca sul sito Web per verificare la disponibilità di aggiornamenti. Web Start scarica tali aggiornamenti prima dell'avvio dell'applicazione.
Se si verifica un errore in un file jnlp (ad esempio, un nome di tag non valido), Web Start viene interrotto senza visualizzare un messaggio di errore.
Alcune distribuzioni Linux, come, ad esempio, Red Hat, hanno abilitato una funzione GLIBC detta 'a stack mobili'. A causa di limitazioni del kernel Linux, JVM non viene eseguito su hardware SMP con gli stack mobili abilitati se il livello del kernel è inferiore a 2.4.10. In questo ambiente, gli stack mobili devono essere disabilitati prima di avviare JVM o qualsiasi applicazione che determina l'avvio di JVM. Su Red Hat, è possibile disabilitare gli stack mobili esportando una variabile di ambiente:
export LD_ASSUME_KERNEL=2.2.5
Su un sistema Linux a stack non mobili, indipendentemente da quanto impostato per -Xss, viene fornita una dimensione di stack nativo minima di 256 KB. Su un sistema Linux a stack mobili, i valori specificati per -Xss vengono applicati. Pertanto, se si sta eseguendo una migrazione da un sistema Linux con stack non mobili, è necessario verificare che tutti i valori -Xss specifichino delle dimensioni sufficienti e non dipendano dal valore minimo di 256 KB.
Nei sistemi DBCS (double-byte character set), se si desidera passare il metodo di immissione, occorre utilizzare la classe java.util.prefs.Preferences invece delle variabili di ambiente IBMJAVA_INPUTMETHOD_SWITCHKEY e IBMJAVA_INPUTMETHOD_SWITCHKEY_MODIFIERS. Consultare Specifiche Framework del metodo di input Sun per i dettagli.
Il sito Web di Sun, http://java.sun.com, contiene un esempio denominato "Hello World" che è possibile scaricare. L'esempio mostra come creare una semplice applicazione Java eseguita con Runtime Environment.
Dopo aver sviluppato il prodotto, se si desidera disporne, sarà necessario installarlo su un sistema utente, configurare il sistema dell'utente affinché supporti il software e configurare l'ambiente di runtime.
Se si utilizza Runtime Environment per Linux, accertarsi che l'installazione non ricopra un'installazione esistente, a meno che non si tratti di una versione Runtime Environment per Linux precedente.
Per distribuire Runtime Environment per Linux, è possibile installarlo sul proprio sistema e copiare i file di Runtime Environment richiesti nel set di installazione. Se viene scelto questo approccio, è necessario inserire tutti i file richiesti con Runtime Environment per Linux. Il software Runtime Environment per Linux può essere ridistribuito solo se vengono inclusi tutti i file. Quando viene fornita l'applicazione, essa dispone di una propria copia di Runtime Environment per Linux.
Per informazioni sui file che devono essere redistribuiti, consultare l'Accordo di licenza.
Le sezioni seguenti illustrano i limiti noti di SDK per Linux.
|
|
|
Il numero massimo dei sottoprocessi disponibili viene stabilito in base al
minimo di quanto riportato di seguito:
Tuttavia, la memoria virtuale potrebbe esaurirsi prima di raggiungere il
numero massimo di thread.
public interface interface java.lang.Runnable extends java.lang.Object...
xmodmap -pkQuesto è il motivo per cui SDK considera che Meta e Alt vengano premuti insieme. Per evitare tale problema, è possibile eliminare Meta_x, immettendo quanto riportato di seguito ad una richiesta comandi shell:
xmodmap -e "keysym Alt_L = Alt_L" -e "keysym Alt_R = Alt_R"
|Tabella 3. Nuove limitazioni I/O
Numero bug Sun | Breve descrizione della limitazione |
---|---|
4696508 | Il selettore non esegue la sincronizzazione nel modo specificato |
|
|La JVM creata in ogni caso è quella specificata dalle librerie |(quindi 1.2.2, 1.3.x, 1.4.x), non |quella indicata dall'interfaccia JNI. L'API |dell'interfaccia non influisce sulla specifica della lingua implementata |dalla JVM, dalle API di libreria della classe o da altre aree di funzionamento |della JVM. L'API dell'interfaccia specifica solo il modo in |cui il codice nativo può richiamare il funzionamento richiesto.
I seguenti limiti si applicano solo agli utenti della versione Cinese tradizionale.
Queste informazioni sono state sviluppate per prodotti e servizi offerti negli Stati Uniti d'America. E' possibile che la IBM non offra i prodotti, i servizi o le funzioni trattati in questo documento in altri paesi. Consultare il rappresentante commerciale IBM per informazioni relative ai prodotti e servizi disponibili nel proprio paese. Ogni riferimento a prodotti programmi o servizi IBM non significa che possano essere usati soltanto tali programmi, prodotti o servizi. In sostituzione a quelli forniti dall'IBM, possono essere usati prodotti, programmi o servizi funzionalmente equivalenti che non comportino violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia, è responsabilità dell'utente valutare e verificare la possibilità di usare programmi, prodotti o servizi non IBM.
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I dati relativi alle prestazioni contenuti nel presente documento sono stati ottenuti in un ambiente controllato. Pertanto, i risultati ottenibili in altri ambienti operativi potrebbero variare significativamente. Alcune rilevazioni sono state effettuate su sistemi in fase di sviluppo e non si garantisce in alcun modo che tali rilevazioni siano uguali su tutti i sistemi. Inoltre, alcune rilevazioni non state effettuate tramite estrapolazione. Pertanto, i risultati effettivi possono essere differenti. Gli utenti devono verificare l'applicabilità dei dati negli specifici ambienti operativi.
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