Introduzione
Il flowdown dei casi d'uso è la tecnica per ricavare i requisiti funzionali per gli elementi dell'analisi (e in seguito
della progettazione). I risultati di questa attività sono:
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valutazione delle operazioni del sottosistema
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valutazione delle operazioni ospitate del sottosistema in relazione alle località
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valutazione delle operazioni del sottosistema eseguite per i processi
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valutazione dei casi d'uso per i sottosistemi (facoltativo)
La tecnica utilizza l'attività RUP standard per la scelta di un insieme strutturalmente significativo di casi d'uso.
Per ogni caso d'uso scelto viene sviluppato il flusso di eventi. Si tratta di una descrizione delle interazioni fra gli
attori del sistema ed il sistema. Le risposte del sistema cosituiscono la scatola nera; le descrizioni non fanno
riferimento agli elementi strutturali. Quindi, una fase scatola nera (che viene eseguita da un'operazione di
sistema) viene espansa in una o più fasi scatola bianca, ognuna delle quali viene eseguita da un
sottosistema denominato. Le fasi scatola bianca vengono associate anche alle località che le ospita ed ai
processi che le eseguono. Ogni fase scatola bianca che si distribuisce nelle località o nei processi (vale a
dire, ne richiede più di una per essere portata a termine) viene suddivisa finché non viene completata in una singola
località, da un singolo processo. Una fase scatola bianca può essere replicata in diverse località ma si tratta di
istanze indipendenti. Queste fasi scatola bianca sono candidate a divenire operazioni di sottosistema, che sono
l'equivalente delle operazioni di sistema a questo livello inferiore di scomposizione logica.
Le composizioni di sequenze univoche di operazioni di sottosistema relative ad un sottosistema individuale, che
partecipa alla realizzazione delle operazioni di sistema, produce i casi d'uso del sottosistema (fase facoltativa).
Mappatura fra sottosistemi e località
All'inizio del flowdown di casi d'uso, si ha a che fare con un sistema che in genere si estende su diverse località (e
può persino incapsularle); la profondità alla quale viene eseguita la scomposizione in sottosistemi (e sottosistemi
secondari) è una questione relativa alla valutazione strutturale e dipende, fra le altre cose, dal dominio e dalla
complessità del sistema. Tuttavia, per gli scopi dell'analisi delle prestazioni è importante conoscere il carico di
calcolo da imporre in una località, e ciò viene eseguito in termini di operazioni del sottosistema ivi ospitate.
Quindi, considerare la seguente prescrizione per la scomposizione: la scomposizione deve produrre una serie di
operazioni di sottosistema che in modo pulito si suddividono fra le località; vale a dire, un'operazione di
sottosistema non si distribuisce fra le località e se un'operazione di sottosistema (si supponga il sottosistema
A) richiede per le sue prestazioni l'utilizzo di risorse in una località diversa, allora quelle risorse devono esse
stesse essere rese disponibili mediante un'operazione di sottosistema, che potrebbe essere fornita dal sottosistema
A in quella località, o da un altro sottosistema.
Questa condizione, ovviamente, verrà mantenuta se un sottosistema non si estende nelle località, ma un sottosistema può
espandersi nelle località se le sue operazioni possono essere suddivise come descritto—altrimenti il sottosistema deve
essere ulteriormente scomposto. La discussione riguarda le singole istanze di un sottosistema che si espande nelle
località; un sottosistema può sempre essere replicato su diverse località ma saranno delle istanze separate.
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